sabato 31 ottobre 2009

Respingimenti degli immigrati: problemi di comunicazione

Certe volte mi capita di sentirmi come Mosé che predicava nel deserto. Però alla fine Mosé ha aperto le acque del Mar Rosso e condotto la sua gente verso la salvezza. La mia speranza sarebbe quella di riuscire ad aprire agli occhi ai miei coetanei, ai giovani, quelli che fanno parte della mia generazione verso tutto quello che sta succedendo nel nostro Paese e che il nostro Paese stesso sta causando.

Parlo di problemi di comunicazione perché credo di saper parlare alla gente, di essere documentato sull'argomento e allora non capisco perché il mio messaggio e quello di molti altri non riesce ad arrivare alla gente. I media italiani hanno ormai offuscato la mente dei cittadini che ora non so più capaci di vedere niente di quello che sta succedendo, ma la cosa ben più pericolosa è che talvolta queste persone vedono benissimo quello che sta succedendo e non s'indignano.

La gente non sa cosa succede agli immigrati una volta che vengono "riaccompagnati" (tanto per usare la terminologia del nostro premier) in Liba. Ma i documenti ci sono.
Questo è uno dei (tanti) video che si possono vedere su Youtube, dove si vedono dei militari che sparano su degli immigrati somali che cercano di partire dalle coste Libiche alla volta di Lampedusa.



ARTICOLO 10 della Costituzione Italiana:
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Sudan, Somalia, Etiopia, Eritrea, Repubblica Democratica del Congo e ancora Afghanistan sono tutti paesi in cui vi sono regimi che non rispettano i diritti umani dei propri abitanti. Pertanto, proprio secondo la nostra Costituzione, gli immigrati che provengono da questi Paesi hanno diritto d'asilo e non possono essere rimpatriati per nessun motivo.
Questi respingimenti sono dunque illegali e anticostituzionali. Non riuscite a vedere nemmeno questo???

venerdì 30 ottobre 2009

intervista ai giornalisti della rubrica "Italieni" della rivista Internazionale

Pubblichiamo le interviste ai giornalisti che sulla rivista "Internazionale" curano la interessantissima rubrica "Italieni". L'intervista è stata registrata in occasione del Festival della rivista stessa che si è tenuto il primo week end di ottobre. Queste sono le interviste, effettuate da Francesca Spinelli, a Igiaba Scego, Yafang Chang, Mircea Mihai Butcovan, Cleophas Adrien Dioma e Maksim Cristian.




giovedì 29 ottobre 2009

A Parma arriva l'esercito contro il "pericolo immigrati"

Due giorni fa a Parma, più precisamente in Via Garibaldi, un gruppo di sei ragazzi nordafricani ha aggredito un poliziotto in borghese, ferendolo. Sono riusciti a fuggire tutti senza poter essere identificati e arrestati.Premessa: ogni atto criminoso va condannato in base alla gravità dello stesso e, a prescindere da tutto il resto, un reato commesso da un immigrato non vale di più o di meno di un reato commesso da un cittadino italiano. Gli uomini sono stati creati tutti uguali e quindi esiste una piccola percentuale di stranieri che sbagliano e delinquono così come italiano si rivelano più di qualche volta elementi di fortissimo disturbo. Tuttavia questo avvenimento era destinato a diventare la notizia del giorno a Parma e ovviamente i media locali ne hanno approffitato per fare un bellissimo scoop e dar voce "all'esasperazione dei residenti e dei commercianti della zona". Gli intervistati danno un'immagine del centro storico di Parma che potremmo definire apocalittica per usare un eufemismo, una visione così nefasta forse a metà tra un film di Dario Argento e la musica delle Valchirie di Wagner. Una ragazza dice che teme di uscire di casa dopo le otto di sera, un'altra signora addirittura racconta che la sera "s'incontrano solo facce poco raccomandabili": va bene che lo sguardo a volte racconta più di mille parole, ma non rivela la pericolosità di qualcuno, o no? Ovviamente al coro dei residenti del centro storico si unisce quello dei commercianti e dei baristi che confermano le stesse versioni.


Udite, udite: ovviamente, come al solito, i politici locali decidono di affrontare il problema nella maniera più scenica e rocambolesca possibile e cioè, chiedendo l'intervento dell'esercito come se dovessimo fronteggiare chissà quale invasione barbarica o crisi internazionale, quando alla fine tutto i problemi di quartiere stanno semplicemente in qualche balordo ubriaco che ha bevuto una birra di troppo,quasi sempre gli stessi, che la polizia non ha mai allontanato, a dimostrazione che la tanto decantata "Carta di Parma" che doveva garantire la "sicurezza" ha fallito clamorosamente, per fortuna o purtroppo.Intanto il luogo del delitto è presidiato dalle forze dell'ordine, Polizia e Carabinieri e non può venirmi in mente il proverbio della mia bisnonna che recita "a pirdo fatto, culo stretto", nel senso che è inutile prendere precauzioni una volta che il danno è stato già fatto.Su certe situazioni preferisco ridere per non piangere.

Io abito nel suddetto quartiere e, da italiano, sono effettivamente in minoranza etnica. Ma sinceramente io ci sto molto bene, in più di due anni non mi è mai successo nulla, né ho mai avuto paura. Quello che mi fa più paura è che un episodio di criminalità, per quanto grave, assume tutta questa rilevanza mediatica solo perché è stato commesso da cittadini stranieri e diventa oggetto di strumentalizzazione da parte di media e forze politiche.Ma nonostante il tam tam mediatico continuo a non avere paura di chissà quale violenza potrei subire camminando per strada. L'unica violenza che mi fa paura è quella che viene fatta alla mente di ognuno di noi quando apriamo il giornale