mercoledì 18 novembre 2009

Un "bianco" Natale senza immigrati: il comune caccia i clandestini per le feste

Da non credere. Queste cose succedono in un Paese che si professa cristiano e cattolico (vedi precedentemente intervento sul crocifisso nei luoghi pubblici).
Nel bresciano, il comune leghista di Coccaglio ha lanciato l'operazione "White Christmas". I vigili controllano gli immigrati casa per casa, chi non è in regola perde la residenza. L'obiettivo, parole del sindaco, è quello di fare "piazza pulita".

L'operazione scade il 25 dicembre, ecco il perché si chiama White Christmas. L'assessore leghista alla Sicurezza Claudio Abiendi ha afferrmato che "per me il Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità". È così che fino al 25 dicembre, a Coccaglio, i vigili vanno casa per casa a suonare il campanello di circa 400 cittadini stranieri. Quelli che hanno il permesso di soggiorno scaduto da sei mesi e che devono aver avviato le pratiche per il rinnovo. "Se non dimostrano di averlo fatto - dice il sindaco Franco Claretti - la loro residenza viene revocata d'ufficio".

giovedì 12 novembre 2009

Ricordando Miriam Makeba

A poco più di un anno dalla sua morte, avvenuta dopo aver preso parte ad un concerto in difesa dei diritti di Roberto Saviano, lo stesso Saviano ricorda la grande Miriam Makeba e in particolar modo la sua canzone "Pata Pata". E' stata scritta in pieno apartheid, nel 1967 e parla semplicemente di una ragazza che vuole ballare il "pata pata", una danza in cui si ancheggia. Nessun messaggio politico. Ma possedere questo disco all'epoca significava rischiare tre anni di carcere per possesso d'armi. Miriam ha lottato fino alla fine per un mondo in cui tutti possono vivevere in pace quello che sono. Ed è morta combattendo. Grazie di tutto Mamma Africa

giovedì 5 novembre 2009

Sul crocifisso nei luoghi pubblici...

La Lega vuole fortemente il crocifisso...ma Gesù ha insegnato "ama il prossimo tuo come te stesso". La Lega invece ODIA gli immigrati...mallora c'è qualcosa che non va, c'è molta contraddizione in tutto questo. Berlusconi vuole il crocifisso come se fosse chissà quale grande uomo morale, e poi se ne va a Villa Certosa a fare sappiamo tutti cosa. E infine, Bersani dice che è "inoffensivo" come se stessimo parlando di una statuetta del presepe. Possiamo credere o no in Dio, ma Gesù è un personaggio storico realmente esistito che è stato crocifisso e ha subito torture incredibile per portare ideali di pace, bontà e amore a tutta l'umanità. Il crocifisso non è nè una tradizione, nè un oggetto inoffensivo. E' un messaggio ed è su questo messaggio che andrebbe portato il dibattito.

lunedì 2 novembre 2009

E' finito l'Ottobre Africano 2009

Ottobre lo si può considerare semplicemente come un mese in "pieno" autunno, ma a piace vederlo più come un momento di transizione tra la caldissima estate e il freddissimo inverno, almeno idealmente. Ma, a Parma, il mese di ottobre è ricco di eventi culturali di altissimo spessore, tra cui l' Ottobre Africano ormai giunto alla sua settima edizione.
Anche quest'anno l'evento è stato organizzato dall'associazione culturale Le Reseau e in particolar modo dal carismatico Cleophas Adrien Dioma (documentarista e giornalista noto anche per la sua collaborazione con la rivista "Internazionale").
Mai come quest'anno il festival è stato così ricco di eventi di grande rilevanza, troppi per poterli descrivere tutti...

Indubbiamente degna di nota è la serata iniziale del festival, tenutasi il 1 ottobre, organizzata nella magnifica cornice del Teatro Due. La serata ha visto protagonisti due musicisti e cioè la famosissima cantante e attrice Awa Ly la cui esibizione è stata preceduta dall'altro cantautore della serata, il parmigiano Francesco Camattini. La serata è stata aperta dall'esibizione di danze popolari ruandesi delle ragazze e ragazzi del gruppo Abahoza.Nel mezzo, un breve omaggio alla compianta Miriam Makeba ad opera del sottoscritto che ha eseguito una sua versione di "Malaika".

Altri incontri sicuramente da ricordare sono quello con Isoke Aikiptany , autrice del libro "La ragazza di Benin City", la presentazione del libro "Clandestina" della giovanissima Loriane K (16 anni) e la prima proiezione ufficiale, al cinema D'Azeglio, del film-documentario "Be ye ka ye" dello stesso Cleophas Dioma e del regista Alessandro Ceci.

Non sono mancati i momenti di svago, come le (ottime) cene tipiche africane dove il numeroso pubblico dell'ottobre africano ha potuto gustare specialità del Ghana, del Camerun e del Rwanda.
Molto importante quest'anno è stato inoltre il cinema, con la proiezione ogni giovedì di un film diverso di cui vale la pena di menzionare "Teza" del regista etiope Halile Gerim

Indubbiamente non si possono dimenticare le due giornate "Italieni", caratterizzate dagli incontri con i giornalisti di Internazionale, che hanno avuto luogo nella sala congressi del Teatro Due il 24 e 25 ottobre. Hanno partecipato e animato il dibattito Cleophas Dioma, Igiaba Scego, Ingy Kakese, Gabriella Kuruvilla, Helene Paraskeva, Laila Waida, Sarah Zuhra Lukanic, Yafang Chang, Maksim Cristian, Karim Metref, Mihai Mircea Butcovan e Tahar Lamri.
Il 24 ottobre si è tenuto il primo dibattito con i giornalisti che in serata hanno partecipato a un divertentissimo reading poetico e letterario al circolo Giovane Italia. Il giorno dopo c'è stata la seconda parte del dibattito ed è stato redatto il manifesto "per portare nel dibattito politico italiano la voce degli immigrati", come lo stesso Dioma ha scritto sull'ultimo numero della rivista. Due giorni veramente di grande intensità...


Una nuova tipologia di appuntamento è stata ideata da due poeti parmigiani, Andrea Cirillo e Andrea Tebaldi che hanno portato all'interno del festival il loro nuovo progetto "Adunanze Poetiche". Per saperne di più cliccate sul sito www.adunanzepoetiche.it

Il festival si è concluso, a dispetto del nome, il 1 novembre, con il bellissimo spettacolo "Yennenga" dell'attrice burkinabé Rokia Ouedraogo che ha veramente incantato il pubblico presente al Theatro del Vicolo con la sua grande espressività emotiva e la sua notevolissima presenza scenica.

Si è concluso un'altra grande edizione di questo festival, forse la migliore fino a tutt'oggi. Questo è l'Ottobre Africano, una realtà che cresce ogni anno e che è destinata a crescere ancora. Lo si capisce guardando gli occhi di Cleo dopo questo intenso mese, che lasciano trasparire un pò di stanchezza ma soprattutto tantissima soddisfazione e la voglia, dopo il meritato riposo, di rimettersi subito al lavoro per far continuare questa meravigliosa avventura...

sabato 31 ottobre 2009

Respingimenti degli immigrati: problemi di comunicazione

Certe volte mi capita di sentirmi come Mosé che predicava nel deserto. Però alla fine Mosé ha aperto le acque del Mar Rosso e condotto la sua gente verso la salvezza. La mia speranza sarebbe quella di riuscire ad aprire agli occhi ai miei coetanei, ai giovani, quelli che fanno parte della mia generazione verso tutto quello che sta succedendo nel nostro Paese e che il nostro Paese stesso sta causando.

Parlo di problemi di comunicazione perché credo di saper parlare alla gente, di essere documentato sull'argomento e allora non capisco perché il mio messaggio e quello di molti altri non riesce ad arrivare alla gente. I media italiani hanno ormai offuscato la mente dei cittadini che ora non so più capaci di vedere niente di quello che sta succedendo, ma la cosa ben più pericolosa è che talvolta queste persone vedono benissimo quello che sta succedendo e non s'indignano.

La gente non sa cosa succede agli immigrati una volta che vengono "riaccompagnati" (tanto per usare la terminologia del nostro premier) in Liba. Ma i documenti ci sono.
Questo è uno dei (tanti) video che si possono vedere su Youtube, dove si vedono dei militari che sparano su degli immigrati somali che cercano di partire dalle coste Libiche alla volta di Lampedusa.



ARTICOLO 10 della Costituzione Italiana:
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Sudan, Somalia, Etiopia, Eritrea, Repubblica Democratica del Congo e ancora Afghanistan sono tutti paesi in cui vi sono regimi che non rispettano i diritti umani dei propri abitanti. Pertanto, proprio secondo la nostra Costituzione, gli immigrati che provengono da questi Paesi hanno diritto d'asilo e non possono essere rimpatriati per nessun motivo.
Questi respingimenti sono dunque illegali e anticostituzionali. Non riuscite a vedere nemmeno questo???

venerdì 30 ottobre 2009

intervista ai giornalisti della rubrica "Italieni" della rivista Internazionale

Pubblichiamo le interviste ai giornalisti che sulla rivista "Internazionale" curano la interessantissima rubrica "Italieni". L'intervista è stata registrata in occasione del Festival della rivista stessa che si è tenuto il primo week end di ottobre. Queste sono le interviste, effettuate da Francesca Spinelli, a Igiaba Scego, Yafang Chang, Mircea Mihai Butcovan, Cleophas Adrien Dioma e Maksim Cristian.




giovedì 29 ottobre 2009

A Parma arriva l'esercito contro il "pericolo immigrati"

Due giorni fa a Parma, più precisamente in Via Garibaldi, un gruppo di sei ragazzi nordafricani ha aggredito un poliziotto in borghese, ferendolo. Sono riusciti a fuggire tutti senza poter essere identificati e arrestati.Premessa: ogni atto criminoso va condannato in base alla gravità dello stesso e, a prescindere da tutto il resto, un reato commesso da un immigrato non vale di più o di meno di un reato commesso da un cittadino italiano. Gli uomini sono stati creati tutti uguali e quindi esiste una piccola percentuale di stranieri che sbagliano e delinquono così come italiano si rivelano più di qualche volta elementi di fortissimo disturbo. Tuttavia questo avvenimento era destinato a diventare la notizia del giorno a Parma e ovviamente i media locali ne hanno approffitato per fare un bellissimo scoop e dar voce "all'esasperazione dei residenti e dei commercianti della zona". Gli intervistati danno un'immagine del centro storico di Parma che potremmo definire apocalittica per usare un eufemismo, una visione così nefasta forse a metà tra un film di Dario Argento e la musica delle Valchirie di Wagner. Una ragazza dice che teme di uscire di casa dopo le otto di sera, un'altra signora addirittura racconta che la sera "s'incontrano solo facce poco raccomandabili": va bene che lo sguardo a volte racconta più di mille parole, ma non rivela la pericolosità di qualcuno, o no? Ovviamente al coro dei residenti del centro storico si unisce quello dei commercianti e dei baristi che confermano le stesse versioni.


Udite, udite: ovviamente, come al solito, i politici locali decidono di affrontare il problema nella maniera più scenica e rocambolesca possibile e cioè, chiedendo l'intervento dell'esercito come se dovessimo fronteggiare chissà quale invasione barbarica o crisi internazionale, quando alla fine tutto i problemi di quartiere stanno semplicemente in qualche balordo ubriaco che ha bevuto una birra di troppo,quasi sempre gli stessi, che la polizia non ha mai allontanato, a dimostrazione che la tanto decantata "Carta di Parma" che doveva garantire la "sicurezza" ha fallito clamorosamente, per fortuna o purtroppo.Intanto il luogo del delitto è presidiato dalle forze dell'ordine, Polizia e Carabinieri e non può venirmi in mente il proverbio della mia bisnonna che recita "a pirdo fatto, culo stretto", nel senso che è inutile prendere precauzioni una volta che il danno è stato già fatto.Su certe situazioni preferisco ridere per non piangere.

Io abito nel suddetto quartiere e, da italiano, sono effettivamente in minoranza etnica. Ma sinceramente io ci sto molto bene, in più di due anni non mi è mai successo nulla, né ho mai avuto paura. Quello che mi fa più paura è che un episodio di criminalità, per quanto grave, assume tutta questa rilevanza mediatica solo perché è stato commesso da cittadini stranieri e diventa oggetto di strumentalizzazione da parte di media e forze politiche.Ma nonostante il tam tam mediatico continuo a non avere paura di chissà quale violenza potrei subire camminando per strada. L'unica violenza che mi fa paura è quella che viene fatta alla mente di ognuno di noi quando apriamo il giornale